La 1911, una fidanzata capricciosa
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Ferdinand Porsche disse che la perfezione si raggiunge quando non vi è più nulla da togliere.
E il maggiolino VW ( 1938 – 2003 ) ha girato il mondo per molti decenni, spinto dal motore raffreddato ad aria.
La Walter P38 (1938 -2000 ) smise di essere prodotta alla fine della guerra. La produzione riprese negli anni ‘50, cambiando solo il nome in P1, senza alcuna modifica . Era nata perfetta : non c’era nulla da cambiare. Successivamente negli anni ‘70 furono rinforzate alcune parti, sia nel carrello che nel fusto, per rendere l’arma più robusta e longeva con le munizioni Nato più vivaci. Rimase in servizio nell’esercito fino agli anni 2000. Su sacri testi è scritto che la P38/P1 veniva tarata a 50 metri, ed in effetti sembra essere teoricamente più precisa delle pistole le cui canne hanno un movimento verso l’alto durante lo sparo. Come la 1911 o la Glock. Lo scatto in doppia azione della Walther è lungo fino alla noia. I successivi scatti in azione singola sono un inno alla gioia. La sicura con abbatticane chiede che il cane venga accompagnato con il pollice e non abbattuto di colpo. Disciplina Prussiana. Spara sempre e tutto, come la nostra Beretta. E non è un caso che la Beretta 98 derivi in grandissima parte dal progetto della Walther. La 98 è arma robustissima ed efficiente; spara sempre e tutto, anche il brecciolino. Però. Però un mio amico americano dice che alla Beretta hanno aggiunto altri pezzettini che la rendono meno perfetta. Il mio amico è un perfezionista, molto competente e io per questa sua cattiveria non gli toglierò il saluto. Se gli togliessi il saluto non sarebbe più perfetto.
A cura di Gianni Six